Sono tornate le ceramiche della Tunisia

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La Bottega Solidale di Genova, realtà di commercio equo e solidale, realizza progetti e partnership dirette con organizzazioni di produttori del sud del mondo.
In Tunisia, ha avviato una collaborazione con gli artigiani di Le Souk Ceramique di Nabul, capitale della produzione di ceramica tunisina. Gli articoli importati con il marchio Tunisia Fair Design, sono il risultato di un’esperienza di commercio equo e solidale che coniuga abilità, tecniche tradizionali e materie prime locali con le esigenze del mercato europeo. Questo grazie anche alla professionalità della designer Silvia Cogo dell’associazione Designers Senza Frontiere.

Il marchio è garanzia di qualità dei prodotti in gres, di rispetto dell’ambiente e dei diritti dei dipendenti, assunti con contratti regolari, in un settore dove normalmente dilaga il mercato nero. Scegliendo questi prodotti si contribuisce a dare effettivo accesso al mercato agli artigiani coinvolti.
Nelle Botteghe Le Rondini trovi un’ampia scelta delle ceramiche Tunisia Fair Design.

Dalle parole di Paolo Trucco, della Bottega Solidale, che ha seguito gli sviluppi del progetto in Tunisia:

Perché avete scelto di attivare un progetto di sviluppo economico in Tunisia?
“Il progetto è partito grazie al contributo della Regione Liguria. La nostra idea è stata di riuscire a lavorare con la sponda sud del Mediterraneo, così vicina a noi, ma con cui (e parlo principalmente della Tunisia) ancora non erano stati avviati progetti di commercio equo. Abbiamo pensato principalmente alla ceramica. In Tunisia esiste una forte tradizione di produzione della ceramica di qualità, ma che si sta perdendo. Sostenere un progetto di questo tipo significa promuovere una economica più giusta, la difesa dell’ambiente, ma anche preservare una tradizione locale, evitare che si perda un patrimonio di cultura.”

Quanti sono in tutto gli artigiani coinvolti? Quale percentuale di donne è impiegata presso Le Souk Ceramique?
“Complessivamente Le Souk Ceramique ha circa 55 dipendenti. Di questi 40 sono donne.”

Oltre all’esportazione attraverso il marchio Tunisia Fair Design Le Soul Ceramique ha anche altri acquirenti?
“Le Souk Ceramique è una realtà piuttosto strutturata. Attualmente esporta anche in altri Paesi Europei e da diversi anni è presente sul mercato nordamericano.”

Hanno canali distribuitivi anche locali? In quale percentuale?
“Il mercato locale purtroppo rappresenta un tasto dolente. I produttori tunisini subiscono la concorrenza dei prodotti di importazione asiatica anche sul mercato locale, molto più economici e spesso di qualità più bassa.”

Rispetto alla scelta dei decori per i servizi tavola, potresti raccontarci il significato che hanno nella tradizione tunisina?
AcquaFish: Il pesce è un elemento ricorrente nella cultura tunisina. È simbolo di buon auspicio.
Tabarka: Prende il nome da una piccola cittadina del nord est del Paese, da cui proviene l’argilla che utilizzano nella produzione. Il design ha tratto ispirazione dal festival Jazz che si svolge tutti gli anni nel mese di Agosto, andando a valorizzare tratti tipici tunisini.
Nejma: È il decoro in assoluto più pregiato, perché è il più difficile (e il più lungo) da disegnare. Richiede grande perizia da parte dei decoratori e una mano estremamente ferma.”

Tunisia Fair Design rientra nel Progetto di cooperazione internazionale e di educazione allo sviluppo “Design Solidale, artigiani e designers senza frontiere” promosso da La Bottega Solidale. Questo progetto ha come obiettivo lo sviluppo creativo, produttivo e organizzativo delle cooperative locali secondo i criteri del commercio equo e solidale e dello sviluppo sostenibile.
E’ finanziato dalla Regione Liguria e vede coinvolti alcuni produttori oltre che della Tunisia anche del Rwanda, e nasce dalla collaborazione tra il mondo accademico, quello del design e il commercio equo.

Ecco un esempio significativo di arricchimento culturale che può nascere dall’incontro di mondi diversi.