I produttori del caffè

«Unidos venceremos» (Uniti vinceremo)

È il motto di Uciri, un’organizzazione di produttori di caffè che coinvolge oggi più di 1900 soci, che insieme lottano contro povertà e sfruttamento.

 

Dopo aver visto la filiera del caffè, vediamo le fasi della lavorazione, chi sono alcuni dei produttori di caffè coinvolti nel Commercio Equo e Solidale e come lavorano per preservare l’ambiente, tutelare chi lavora e creare prosperità nelle zone di origine.

 

Il caffè equosolidale viene prodotto in questo modo:

  1. Tutto inizia nella cosiddetta nursery, dove i semi di caffè diventano delle piccole piantine.
  2. Una volta raggiunta l’altezza ottimale vengono piantati nei “giardini del caffè”, ovvero degli appezzamenti di terreno dove, insieme ad altre specie di piante (agrumi, banani, cacao, …) dove la pianta è protetta dal sole diretto e il terreno così coltivato protegge la biodiversità.
  3. La prima fase è ovviamente la raccolta a mano, portata avanti a più fasi per rispettare i tempi di maturazione della pianta.
  4. Per ricavare i semi la bacca di caffè viene spolpata e i chicchi vengono lavati nel magazzino umido, che solitamente si trova vicino alla zona di raccolta del caffè.
  5. I chicchi vengono lasciati ad asciugare almeno un giorno e poi inizia il loro viaggio verso quella che è la terza fase di lavorazione: quella dell’essiccazione dei chicchi al sole. I magazzini in cui avviene ciò solitamente si trovano vicini alle città, per favorire poi l’esportazione. Per garantire una perfetta essiccazione del caffè, che solitamente dura sette giorni, i chicchi vengono spesso mossi e rimescolati. Dopo l’essiccatura si toglie il “pergamino”, una pellicola che ricopre il chicco di caffè, e si fa una selezione di qualità.
  6. A questo punto si ha quello che viene detto “caffè verde” e che viene esportato.

L’ultima fase è quella della tostatura, che viene fatto nelle torrefazioni del paese di destinazione. Si tratta di una fase molto delicata per far emergere gli aromi e le proprietà dei chicchi raccolti.

 

Il primo caffè importato da Altromercato, quello di Uciri, in Messico

Uciri produttore di caffè in Messico

Uciri si trova nelle zone di montagna della regione di Oaxaca, in Messico. È stata fondata dal teologo ed economista Francisco Van Der Hoff, insieme ai contadini locali, per rispondere al problema della povertà, che coincide geograficamente con le zone di coltivazione del caffè.

UCIRI è l’acronimo di Uniòn de Comunidades Indìgenas de la Regiòn del Istmo, e nasce con lo scopo di riunire le comunità dove si coltiva il caffè per combattere insieme la povertà, abbattere lo sfruttamento ed emanciparsi da coyotes ed intermediari.

Oggi conta più di 1900 soci in almeno 60 comunità del Messico ed è socio di WFTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale.

La sostenibilità ambientale di Uciri

La terra per i coltivatori di Uciri è “Pacha Mama”, ovvero la Madre Terra. È implicito qui il rispetto che si ha nei confronti del terreno e dell’ambiente, non si tratta infatti di entità da sfruttare e da asservire, ma di qualcosa da rispettare e preservare, perché da esse dipende la nostra sopravvivenza.

Detto ciò, è quasi superfluo sottolineare che tutte le coltivazioni di Uciri sono biologiche, totalmente incompatibili con l’utilizzo di pesticidi.

La sostenibilità sociale ed economica di Uciri

I soci di Uciri vivono in condizioni di dignità sociale ed economica, lavorando insieme ogni giorno anche per trovare alternative sempre nuove per lo sviluppo sociale, economico e culturale.

L’organizzazione è democratica e inclusiva, lavora sempre secondo i principi della solidarietà e della trasparenza e promuove la responsabilizzazione di ognuno, oltre che quella collettiva.

Le popolazioni che lavorano con Uciri per produrre il caffè non hanno il concetto di proprietà privata: i terreni e le coltivazioni appartengono alla comunità, e ogni anno vengono ripartiti a seconda delle necessità.

 

Il caffè equo e solidale di Cecocafen, Nicaragua

Cecocafen produttore di Caffè in Nicaragua

Cecocafen, Central de Cooperativas Cafetaleras del Norte, nacque nel 1997 nella zona nord del Nicaragua, presso le cosiddette “capitali del caffè”: Matagalpa e Jinotega.

Cecocafen ha scelto di coltivare biologico per difendere il suolo, le persone, gli animali, le fonti d’acqua e l’ambiente; e ha scelto di investire nello sviluppo comunitario, ad esempio istituendo, a partire dal 2004, programmi speciali e borse di studio per i giovani, la cui formazione spesso si ferma alle elementari.

I ragazzi e le ragazze vengono anche invitati, durante le ore di formazione, ad affrontare tematiche come la protezione dell’ambiente, l’adattamento al cambiamento climatico.

Il caffè di Cecocafen cresce in foreste dove la biodiversità viene rispettata, spesso in altura e in zone il più possibile incontaminate. La pianta e i suoi tempi di maturazione vengono rispettati e i produttori sono attivamente impegnati nella gestione delle risorse d’acqua, oltre che nei progetti di riforestazione.

 

Il primo caffè fairtrade del Brasile: Coopfam

Coopfam produttore di caffè in Brasile

Ci troviamo nel sud dello stato di Minas Gerais, in Brasile, in una zona montagnosa, ricca di boschi e di corsi d’acqua. Qui il caffè è la coltivazione che domina il paesaggio e sempre qui, negli anni Novanta, nasce Coopfam: Cooperativa dos Agricultores familiares de Poço Fundo e Região.

Coopfam è stata la prima cooperativa brasiliana a ottenere la certificazione Fairtrade, nel 1998, e quella per il caffè biologico, nel 2002. Oggi è autonoma in tutte le fasi della filiera del caffè: prima di tutto lo coltiva, poi ne cura la lavorazione, il controllo qualità e il confezionamento.

L’impegno per la sostenibilità è a 360°: coltivazione biologica, riciclaggio, reintroduzione di nuove colture autoctone per la biodiversità, costruzione di dighe per evitare l’erosione del suolo. Ma anche formazione per sensibilizzare ai temi dell’ecologia, della salute e del consumo consapevole.

 

I produttori del caffè equosolidale sono davvero tanti: Norandino in Perù; Sidama in Etiopia; Majomut e Tzeltal Tzotzil in Messico; Chajul e Fedecocagua in Guatemala; ACPCU in Uganda; KCU in Tanzania; CooperVitae in Brasile; Wayanad in India; Soppexcca in Nicaragua; Fedecares in Repubblica Dominicana. 

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